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Equilibrio interiore: ragione contro passione

Cosa trovi in questo articolo

Ogni giorno viviamo almeno un’esperienza di conflitto tra la nostra parte razionale e quella emotiva: questo conflitto lede il nostro equilibrio interiore. Pensiamo di dover fare qualcosa che a volte non vogliamo fare e desideriamo qualcosa che non corrisponde al nostro massimo bene possibile. Nonostante questo continuiamo a fare quello che non ci piace e perseguiamo desideri che non sono salutari. È possibile mettere pace tra razionalità e passione?

Sì, esiste un modo per trovare l’equilibrio tra mente e inconscio, senza dover rinunciare a nessuna delle due.

Binomio mente e cuore

Quando dobbiamo scegliere se perseguire azioni basate sulla logica o sulla passione, pensiamo a queste due parti come separate. La natura dell’essere umano è invece complessa: ogni sua parte è unita con le altre e interconnessa. Se uno spillo punge un dito della mano, poco importa quale viene colpito: chi soffre è sempre la persona a cui appartiene la mano; ogni parte comunica con tutto il corpo.
Per questo motivo è importante vincere il conflitto tra ragione e passione, soltanto uscendo dal binomio mente e cuore si può arrivare a un modo nuovo di risolvere il conflitto e ritrovare l’equilibrio interiore.

Un cervello, molte menti

Il cervello umano è stato spesso paragonato al computer. Il suo lavoro principale è infatti quello di elaborare e immagazzinare le informazioni. La ragione, davanti a domande, enigmi e problemi, processa le informazioni e cerca di trovare una soluzione, utilizzando i programmi che ha imparato con l’esperienza e le varie zone di memoria in cui conserva i dati che sono rimasti impressi nei ricordi. Questa metafora è molto utile per spiegare una parte del lavoro della mente, ma non ci aiuta molto a comprendere come sia possibile che in situazioni differenti, adottiamo comportamenti a volte contraddittori e come mai in certe circostanze, certe azioni ci riescono facilmente, mentre in altri contesti perdiamo la motivazione o ci troviamo a gestire emozioni impreviste. Questo accade perché nel computer ci sono molti programmi, che vengono attivati secondo regole che sono spesso non visibili alla ragione.

Valori, scopi, credenze che intaccano l’equilibrio interiore

Nella memoria registriamo ricordi, capacità pratiche, informazioni ma anche valori e credenze; queste due strutture si creano con l’esperienza di ogni giorno: ci dicono quello che è giusto e sbagliato per noi e l’idea che abbiamo di noi stessi e delle categorie di cose o persone che incontriamo nel mondo. Solo alcuni valori e credenze ci sono evidenti, la maggior parte è sommersa nell’inconscio e agisce a nostra insaputa. Anche i nostri scopi sono spesso nascosti ai nostri occhi: sappiamo che desideriamo avere ragione al lavoro, che non vogliamo fare brutta figura con il partner, che per noi è importante prendersi cura dell’ambiente, ma poco sappiamo del “perché” è così importante. Nell’inconscio sono nascosti i motivi per cui facciamo quello che desideriamo fare e le ragioni per cui detestiamo altre situazioni; sono custodite informazioni segrete su quello che riteniamo vero e su quello che davvero pensiamo.
La mente razionale crede di essere pronta a vincere una certa sfida, ma nell’inconscio può essere nascosta la credenza di non essere adeguati, non essere abbastanza, non essere degni.
Le credenze, i valori e gli scopi, variano molto poco da un contesto all’altro e ci aiutano a comprendere e prevedere il nostro comportamento.

Conflitto di credenze

Quando il nostro inconscio e la nostra mente hanno credenze differenti, si creano conflitti nella vita quotidiana. Se l’inconscio è convinto che per vendere qualcosa, si deve fregare la persona a cui stai vendendo, o che ogni forma di guadagno proprio è qualcosa che sta danneggiando il prossimo; questo si manifesterà nel quotidiano e porterà a numerosi fallimenti. Il venditore che ha la credenza inconscia di fregare, può esserne completamente all’oscuro, ma il suo comportamento non sarà congruente e la sua energia sottile avrà vibrazioni dissonanti.

Tutti noi parliamo sempre energeticamente, anche se non ce ne rendiamo conto, le nostre energie interagiscono con quelle degli altri; che più sono sensibili, più percepiranno questa mancanza di armonia e di equilibrio nella nostra comunicazione. Le credenze, fortunatamente, si possono cambiare: per farlo è necessario scoprire quali sono le credenze limitanti che stanno agendo nell’inconscio, solo dopo si possono modificare le credenze inconsce. Quando mente e inconscio sono in conflitto tra loro, le strade che si possono percorrere sono solo due: rafforzare la mente per sottomettere l’inconscio, oppure abbandonarsi all’istinto e seguire intuizioni e pulsioni. Molti seguono queste soluzioni e più sono bravi ad applicarle, più saranno gravi le conseguenze di aver represso una parte importante di sé. Esiste una soluzione per uscire dal conflitto e permettere alle due parti di dialogare.

Uscire dal conflitto

Quando due persone hanno interessi contrastanti e non riescono a trovare l’accordo, il rapporto inizia a rovinarsi, non è più possibile il compromesso e si accumula rancore e insofferenza. Nella vita quotidiana questo accade spesso, le persone che non trovano l’accordo possono scegliere lo scontro oppure decidere di rivolgersi a un giudice, che ascoltate le due parti, emetterà un verdetto per risolvere la situazione in modo equo.
Da quale giudice possono andare la mente e l’inconscio? Chi ha fatto meditazione ha già scoperto che la mente non è la parte più sviluppata dell’essere umano. Meditando si scopre l’intelligenza spirituale, quella parte della nostra energia che ci collega al tutto e che agisce mediante l’intento e non tramite il volere. La consapevolezza può alzarsi oltre la mente razionale e osservare da una prospettiva spirituale le due parti in conflitto, da quella posizione è possibile sempre trovare una soluzione.

Mente e inconscio

Tutti siamo in grado di osservare i nostri pensieri coscienti, è quindi semplice comprendere i nostri obiettivi razionali e quello che vogliamo. L’inconscio si chiama in questo modo perché contiene informazioni che non sono accessibili alla coscienza, uno dei suoi compiti è proprio quello di proteggerci da certe conoscenze. La mente impazzirebbe se dovesse registrare tutto quello che i sensi percepiscono; per questo solo una piccola parte viene osservata dall’attenzione, il resto lo percepiamo senza rendercene conto. Ci sono inoltre eventi traumatici, sofferenze, problematiche, che la nostra parte interiore, ci mostra solo in parte, per permetterci di vivere una vita funzionante e dosare la quantità di dolore. In questo modo, proseguendo nel nostro cammino di evoluzione, gradualmente siamo grado di vedere sempre meglio dentro noi stessi e affrontare la guarigione in modo più profondo e duraturo.

Comunicare con l’inconscio

Per poter comunicare con l’inconscio, è necessario uscire dalla visione mentale. La mente vorrà sempre cercare un modo per ottenere quello che desidera, sfruttando le forze incredibili dell’inconscio. Quando la mente si rivolge all’inconscio, questo si sente in pericolo, manipolato e reagisce in modi bizzarri.

Inoltre, l’inconscio non parla utilizzando parole, ma ha un codice simbolico che la mente non potrebbe comprendere. Sviluppando l’intelligenza spirituale si può elevare la propria consapevolezza, oltre il livello mentale e iniziare un processo di incontro e conoscenza con l’inconscio. Prima di potersi rivolgere al giudice, le due parti devono fidarsi di lui, e rispettarlo. Se non c’è un rapporto di fiducia, le parti non accetteranno la decisione dell’intelligenza spirituale e tutto sarà inutile.

Uscire dalla mente

Prima di intraprendere un percorso di sviluppo personale, molte persone ritengono di essere la propria mente. Ogni istante abbiamo pensieri in testa, le nostre parole traducono il caos mentale e gli danno ordine, fino al punto che ci convinciamo che la ragione, l’intelletto, sia la descrizione e definizione della nostra natura. Iniziando a meditare con costanza, ci si rende conto presto che non c’è niente di più lontano dalla verità, la mente è solo una parte, come lo sono le emozioni e il corpo; l’essere umano è molto più grande di questi elementi, è connesso al tutto ed è parte del tutto.
La prima volta che si sale in aereo in una giornata piovosa, si può avere la paura di essere colpiti da un fulmine o che l’acqua si ghiacci sulle ali, in alta quota; dall’oblò i dettagli del terreno diventano sempre più piccoli e le nubi sempre più vicine. L’aeroplano poi entra dentro le nuvole e d’improvviso non si vede più niente, ma con qualche momento di pazienza si prenderà ancora quota, sollevandosi e uscendo dalle nuvole. Grande è la sorpresa la prima volta che si osserva quello spettacolo: sotto l’aereo, la pioggia continua ma superate le nubi il cielo è sereno e il sole non potrebbe essere più splendente.
La pioggia non è certo finita, le nuvole sono sempre al loro posto, la terra è ancora sottostante, siamo noi che abbiamo raggiunto una prospettiva differente e che possiamo osservare in modo differente la realtà.
Bastano 15 minuti al giorno di meditazione, per iniziare il proprio viaggio verso la percezione e consapevolezza della propria intelligenza spirituale. Una strada alternativa è quella di praticare Reiki o QiGong ma non basterà solo frequentare i corsi: è la pratica che permette di elevarsi, non la tecnica.

La mediazione delle parti

Dopo aver praticato meditazione o altre tecniche simili per il tempo necessario, si inizierà a percepire la propria intelligenza spirituale. Quando la consapevolezza potrà sollevarsi oltre il rumore della mente e si riuscirà a contemplare il silenzio, sarà il segnale che vi siete sollevati oltre le nuvole. La strada però è solo iniziata, per i più coraggiosi e tenaci ci sono altezze infinite che attendono di essere scoperte.
Per comunicare con l’inconscio però basta quello, semplicemente portare la consapevolezza oltre il rumore mentale, che non sarà scomparso, ma resterà un sottofondo che non interferisce.
Quando avrete raggiunto questo stato, sarà possibile iniziare un rapporto di conoscenza con l’inconscio, al termine del quale lui accetterà di comunicare. Seguendo questo percorso, il rapporto con l’inconscio sarà sempre migliore e non si correranno rischi o fallimenti.

Patti chiari

Quando si inizia la comunicazione con l’inconscio bisogna conoscere certe regole, per interpretare le risposte e per capire come fare le domande.

L’inconscio non conosce la negazione. Evitare domande del tipo: “Non ti piace lo yoga?”.

Passato e futuro sono fusi col presente. Evitare: “Tra due settimane vuoi iniziare una dieta?”.

Non capisce le parole, ma l’intenzione, usare frasi brevi che avete chiare e potete visualizzare.

La domanda perfetta è semplice, breve, senza negazioni e ambientata nel presente immediato.

Lasciate sempre la possibilità all’inconscio di non rispondere, non deve essere un interrogatorio, ma un rapporto, in cui viene fatta una domanda e lasciata libertà di non rispondere.

Non insistere se la domanda non ha risposta e non chiedere più volte la stessa domanda.

Non fare altre domande, quando subentra la stanchezza. L’intelligenza spirituale consuma energia e dopo alcuni quesiti, non avrai più la lucidità per mantenere la comunicazione lucida.

Metodo per comunicare con l’inconscio

Ci sono due tecniche semplici per entrare in comunicazione con l’inconscio. La prima deriva dalla chinesiologia applicata, la seconda dalla radiestesia. Analizziamo sia pregi e limiti delle due metodologie, con una breve descrizione delle tecniche.

Autotest muscolare chinesiologico

Questo metodo utilizza la resistenza muscolare del proprio corpo, l’inconscio ha impatto diretto sul sistema nervoso che manifesta le risposte dell’inconscio, come forza o debolezza muscolare. Si può utilizzare questo metodo quando la domanda che facciamo all’inconscio, prevede solo due risposte: Si oppure No. Il sistema nervoso risponderà in modo debole con il No e forte con il Si.

La tecnica consiste nell’unire il dito pollice e il medio, della mano non dominante, premendo tra loro i polpastrelli, che formeranno un anello (per questo è anche chiamata tecnica “O Ring”). A questo punto si inserisce l’indice della mano dominante dentro l’anello e con il dorso si da un colpetto sulla giuntura delle dita che premono tra loro. Calibrando la forza, il colpo del dorso dell’indice non rompe l’anello formato dalle dita della mano non dominante quando la risposta alla domanda è affermativa. Le dita devono premere tra loro in modo deciso ma non eccessivo ed il colpetto con l’indice deve avere la stessa forza durante le varie domande.
Il vantaggio di questo metodo è che può essere eseguito in ogni situazione, in quanto non richiede strumenti esterni ed è di veloce esecuzione.
I limiti sono che richiede una fase iniziale di calibrazione e che può rispondere soltanto a domande che prevedano risposte affermative o negative.

Radiestesia e quadranti

Un secondo metodo per comunicare con l’inconscio, e trovare l’equilibrio interiore, è la radiestesia. Tramite l’uso di un pendolino, si possono amplificare quelli che sono chiamati “movimenti ideomotori”, ovvero movimenti involontari e inconsci della muscolatura, conseguenti all’azione dell’intento o all’esposizione di sostanze o elementi nocivi o positivi. Il corpo risponderà con un rifiuto ad una domanda che prevede la risposta “No”, e con avvicinamento e accettazione ad una domanda che prevede il “Si”.
Il pendolino non ha risposte intrinseche, ma amplifica i micro segnali che il corpo sta trasmettendo per esprimere il suo rifiuto o assenso. Utilizzato in questo modo, il pendolino esegue lo stesso compito dell’autotest muscolare, mostrando le risposte affermative o negative dell’inconscio.
Esiste un metodo avanzato di utilizzo di questa tecnica: il quadrante che permette di superare la limitazione delle risposte “Si” e “No” e permette di scegliere tra una serie di risposte più numerose.
Utilizzando un quadrante si possono ipotizzare molte risposte possibili, e il pendolino indicherà quella che è più corretta. Anche in questo caso non potremo avere una risposta che non sia stata già ipotizzata.
Il vantaggio di questo metodo è che permette risposte molto più definite e precise.
I limiti del pendolino sono che non può essere eseguito ovunque, richiede una preparazione personale e consuma più energie sottili personali, rispetto all’autotest.

Messaggi dell’inconscio per il nostro equilibrio interiore

Cosa ci dice l’inconscio? Che tipo di domande possiamo fare? Bisogna sempre ricordare che l’inconscio è una parte di noi, ha una quantità di dati molto superiore a quelli in memoria e ha una chiara visione del nostro corpo e del nostro benessere. Possiamo chiedere all’inconscio cosa mangiare adesso, se una certa cosa ci farà bene o male, possiamo capire quale tra due cibi è più fresco o è migliore per noi, scegliere quale oggetto è più benefico o più carico di energia. Oltre a questo però possiamo comprendere i nostri desideri, quello che è davvero motivante, possiamo scovare le nostre credenze e i nostri valori più radicati.
Sarà sufficiente chiedere all’inconscio: “le persone ricche sono brave persone?”. La risposta sarà affermativa o negativa. Se l’inconscio dice di No, questo mostra una credenza radicata, che limiterà nella carriera. Prima di ogni terapia è importante chiedere all’inconscio: “Io voglio guarire?”. Comprendere queste cose significa conoscere sé stessi, in modo profondo.
Bisogna ricordare che l’inconscio è solo una parte della persona, comprendere i suoi desideri, le cose in cui crede e quelle di cui ha paura è importantissimo, ma non si può seguire soltanto quello che dice l’inconscio. Perché la mente non è una parte inutile, non deve essere ignorata e perché l’inconscio spesso cambia idea molto velocemente; seguendo solo le pulsioni non potremmo raggiungere grandi risultati a lungo termine.

Equilibrio tra mente e inconscio

Come si può ritrovare l’equilibrio interiore e fermare il conflitto tra mente e inconscio?

Elevando la consapevolezza oltre la mente, si vede chiaramente, nello stesso modo in cui si scorge il sole sollevandosi oltre le nuvole. Mente e inconscio fanno lavori differenti, se il loro contributo viene coordinato si può raggiungere qualsiasi risultato, se entrano in conflitto si resterà immobili a girare come le trottole senza procedere di un solo passo. Portando la consapevolezza oltre la mente, si prende il posto del padre, che ascolta i suoi due figli e da genitore amorevole trova l’accordo. La pace è facile da quella prospettiva, in quanto i due figli sono bravissimi, tutti e due, a fare cose completamente diverse.
La mente programma, prevede, sintetizza. Ottima per pianificare, per valutare, per suddividere.
L’inconscio è un motore, che vuole, desidera, conosce i dettagli e conosce parte dell’inconscio degli altri. Non si possono prendere strade che siano contrarie all’inconscio, ma si possono trovare alternative o scoprire le credenze limitanti e le motivazioni che rendono una certa strada invisa alla nostra parte interiore. Immaginiamo l’inconscio come una parte bambina di noi stessi, che ancora non riesce a parlare la nostra lingua. Con l’uso della consapevolezza e l’intelligenza spirituale possiamo accompagnare, comprendere e dirigere le sue pulsioni verso una strada che sia gradevole oppure che lo diventi, analizzando e modificando le sue resistenze.

Esempio pratico

Concludiamo con un esempio pratico di come raggiungere l’equilibrio interiore, tra la mente e l’inconscio:
Paola non è contenta del lavoro attuale dove ha capito di non poter fare carriera, chiede al suo inconscio se vuole cambiare lavoro. L’inconscio di Paola dice “Si”. Allora lei chiede se è bene per lei andare a fare un lavoro in una certa azienda, dove sarebbe pagata molto meno, ma con prospettive di carriera. L’inconscio le dice “SI”. Paola non è convinta e aspetta prima di agire, dopo alcuni giorni esce un nuovo annuncio che le propone un ruolo pagato uguale e con prospettive di carriera, ma in una città differente. L’inconscio le dice “No”. Paola confusa cerca di meditare per qualche giorno, sapendo che, più il problema che affrontiamo ci crea attaccamento, più è difficile sollevarsi dalla sfera mentale e guardarlo in modo distaccato.

Dopo aver meditato la sua visione è più chiara e utilizzando la mente, inizia a fare domande differenti all’inconscio. Capisce quindi che all’inconscio di fare carriera e soldi non interessa; del lavoro attuale non gli piace la monotonia e le relazioni con i colleghi, capisce inoltre che cambiare città è un problema perché crea paura di perdere legami con amici e famiglia e con n ragazzo che ha iniziato a frequentare da poco. Utilizzando la mente, Paola cerca delle alternative, che soddisfino le esigenze di carriera e denaro della mente, e di relazioni armoniose e compiti lavorativi non monotoni, che ha il suo inconscio. Dopo qualche settimana Paola legge l’annuncio di un lavoro nella sua città, con stipendio simile ma buone prospettive di crescita e compiti che variano più volte nell’anno. Accettando il lavoro, Paola potrà conoscere i nuovi colleghi e se il nuovo ambiente sarà armonioso, lei avrà trovato una soluzione in cui sia la mente che l’inconscio avranno soddisfazione.

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Alfredo Nardone

Ho intrapreso il mio cammino spirituale a 19 anni e da quel momento non ho mai deviato dalla ricerca e dalla pratica, di tutte le tematiche e discipline che mi potevano aiutare nel mio percorso. Sono Master Reiki di molteplici scuole e utilizzo diversi strumenti energetici come il QiGong, il LingQi, l’EFT, lo Zhang Zhuang, varie metodologie di Meditazione e altro. Credo che l’essere umano vada visto nel suo insieme, che la consapevolezza e la guarigione siano percorsi in cui la persona deve essere protagonista e maestro, non paziente inerme che subisce diagnosi e prescrizioni.
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