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Poesie di campo

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Da SemeNostrum il primo esperimento di semi dei fiori primaverili. Più di 50 specie imbustate in purezza per ricreare il fascino della natura

Sono in tre ma la faccia in giro per l’Italia la mettono sempre loro due, Silvia ed Elisa. Una bella faccia fresca e sorridente di friulane, un po’ timide ma determinate. Sicché alla loro prima comparsa nelle mostre di giardinaggio, tre o quattro anni fa, sul colpo hanno fatto tenerezza, salvo subito dopo attirare l’attenzione per la competenza botanica, l’originalità e la voglia di dimostrare che yes, we can. Silvia Assolari, quella con gli occhiali, e Elisa Tomat, la più piccola delle due, sono rispettivamente biologa e agronoma, entrambe con un dottorato in Economia, ecologia e tutela dei sistemi agricoli e paesistico-ambientali. Insieme a Alessandro Peressotti, giovane professore associato di Progettazione e manutenzione dei parchi e dei giardini all’Università di Udine, nel 2005 hanno avviato un’avventura a base di fiori di prati e di campi che si chiama SemeNostrum. Di mezzo c’è l’ateneo da cui provengono, perché la loro azienda agricola è nata come spinoff dell’Università di Udine e la loro sede è presso l’azienda agraria universitaria Servadei. L’idea è stata di produrre sementi di specie erbacee da prati stabili e, quando la macchina organizzativa ha cominciato a funzionare, ci hanno aggiunto i semi dei fiori e delle erbe dei campi e degli ambienti ruderali. Da destinare ai rinverdimenti e ai ripristini ambientali, ma anche ai giardini che scelgono di accogliere la natura e rifiutano il modello poco sostenibile del prato all’inglese. Raccontano: “Negli ultimi anni i prati stabili sono balzati alla ribalta nella regione Friuli Venezia Giulia, essendo divenuta evidente l’urgenza della loro salvaguardia. Un prato di questo tipo, se distrutto, impiega da 50 a 100 anni a rigenerarsi, poichè è frutto di una successione ecologica che solo lentamente permette di arrivare a una condizione di equilibrio in cui più di 100 specie vegetali possono coesistere in un unico prato, ciascuna nella sua nicchia ecologica.”
Nessuna ricetta complicata per chi si vuol lasciare coinvolgere: acquisti qualche bustina, ne spargi il contenuto in un incolto o in un prato di casa da riconvertire e lasci che la natura, spodestata dall’agricoltura intensiva, dall’inquinamento, dalla nostra foga sostitutiva se non distruttiva, faccia il suo corso e si riprenda il maltolto. Presenti ad alcune mostre di giardinaggio primaverili con la loro produzione e un messaggio di naturalezza ritrovata, Silvia ed Elisa diventano introvabili nel periodo di fine primavera – inizio estate in cui i loro campi, smesso l’aspetto di immense onde monocromatiche, maturano i semi. Fanno quasi tutto loro, raccolgono, selezionano, essicano, dosano, ma sul sito internet in cui illustrano l’iniziativa ed elencano 50 specie imbustate in purezza ringraziano i “volontari insostituibili” che le affiancano. Offrono anche miscugli, mai standardizzati, sempre da personalizzare in base alle condizioni ambientali del luogo che si vuol trasformare in prato fiorito. Ed è questo il motivo per cui, se meditate la riconversione di un inappuntabile green in una nuvola antica di papaveri e fiordalisi, non vi resta che confessarvi direttamente alle due botaniche friulane. Mettendo a frutto i loro studi e la professionalità acquisita in questi cinque anni di rodaggio, Silvia ed Elisa interpreteranno i desideri e li esaudiranno con quel sorriso timido, ma determinato.

SemeNostrum:  via Pozzuolo 324, Udine.
www.semenostrum.it 

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Mimma Pallavicini

Mimma Pallavicini

Mimma Pallavicini, naturalista, fotografo e giornalista dal 1985, ha collaborato e collabora con le principali testate del verde italiane. Tiene una rubrica su Gardenia. Traduce e cura l’editing di libri di settore e di enciclopedie di giardinaggio a fascicoli. Ha scritto libri per Fabbri, Edagricole, De Agostini, Zanfi, Cairo, Giunti. Spia con interesse l’evoluzione dell’editoria nel web e fa pratica dei nuovi linguaggi con il blog mimmapallavicini . Vive sulle montagne biellesi.
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