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Il vivaio delle piante strane piemontesi

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Alla ricerca delle vecchie varietà di frutta piemontese: Daniele Viola e mamma Rosalba coltivano le nocciole tipiche della Val Susa e il Moscato San Valier

Conserva l’espressione serena e riservata anche adesso che gli hanno comunicato di non poter più chiamare ‘Tonda Gentile delle Langhe’ la varietà di nocciolo che si chiamava così già ai tempi di suo nonno Amilcare appassionato di frutticoltura e che va per la maggiore nel suo vivaio di frutta a metà della Valle Susa, un piede a Torino e l’altro tra le montagne che portano in Francia. Sembra, oltre che piemontese doc, un po’ inglese: quasi nulla lo agita facendogli perdere l’à plomb. Sicché alza solo in modo impercettibile un sopracciglio se gli si dice che dovrà sostituire tutti i cartellini della ‘Tonda Gentile’ perché, non avendolo fatto nessuno in Italia, ci ha pensato la Ferrero della Nutella a depositare il nome, ma in Argentina, dove fa coltivare la più buona e la più piemontese delle nocciole italiane. Daniele Viola è così, e non che non prenda posizione sulle cose. Ma l’estroversa in famiglia è la mamma Rosalba, sorridente e affettuosa nell’affiancare questo ragazzo volitivo che una decina di anni fa ha deciso di portare avanti l’attività del padre troppo presto mancato. Daniele è ferrato in materia e curioso, requisiti necessari per trovare ancora vecchie varietà interessanti, soprattutto delle sue montagne, e per mettere in coltura specie frutticole di varietà nuovissime, ed è abile a innestare. Infatti il lavoro non gli manca e le mostre di giardinaggio alle quali partecipa in giro per l’Italia gli riconoscono i meriti. La sua specializzazione sono i meli e i castagni, ma in catalogo ha molte altre specialità locali, talvolta davvero rappresentative della Val Susa terra di confine, quale l’uva di origine francese ‘Moscato San Valier’ a chicchi piccoli, sferici e verdi, dolcissima e profumata, adatta sia alla tavola sia alla vinificazione. O come il susino ‘Briansunas’ che, lo ricorda il nome dialettale, era popolare a Briançon, ma per usi non alimentari. Dunque un susino interessante non tanto per il frutteto del goloso, quanto per quello dell’etnobotanico colto, essendo una specie endemica (Prunus brigantiaca) di un tratto di Alpi a cavallo tra le due nazioni. Madre e figlio si contendono la palma di provetti ricercatori circa le piante “strane” e nella sfida quasi quasi a vincere è la deliziosa Rosalba con tutti i suoi fagioli, i suoi pomodori, i suoi cetrioli, i suoi ortaggi esotici di cui riceve i semi dal fratello missionario in Centro America. Propone i semi nelle manifestazioni, presentati con stile in un classificatore dipinto a mano e in primavera, per nulla intimorita dalla formalità di mostre di giardinaggio come Masino e Orticola a Milano, riempie un banco di bicchierini di plastica che contengono piante ortive speciali ai primi stadi di sviluppo. Sensibile alla tutela dell’ambiente, Daniele Viola conduce il vivaio facendo attenzione a non ferire il territorio e a conservarne le risorse e intanto a margine delle file di fruttiferi coltiva per passione faggi, agrifogli e conifere nane, che colleziona con la stessa silenziosa riservatezza. Chissà mai che diventino un’altra specializzazione.

Viola vivai: via Nazionale 4 – 10050 Villar Focchiardo (TO) www.violavivai.com

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Mimma Pallavicini

Mimma Pallavicini, naturalista, fotografo e giornalista dal 1985, ha collaborato e collabora con le principali testate del verde italiane. Tiene una rubrica su Gardenia. Traduce e cura l’editing di libri di settore e di enciclopedie di giardinaggio a fascicoli. Ha scritto libri per Fabbri, Edagricole, De Agostini, Zanfi, Cairo, Giunti. Spia con interesse l’evoluzione dell’editoria nel web e fa pratica dei nuovi linguaggi con il blog mimmapallavicini . Vive sulle montagne biellesi.
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