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Agrofarmaci:da Ricasoli 12 ettari di Sangiovese dedicati al progetto Magis

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Ma il Barone non si farà mancare 40 ettari di vigneti dedicati al biologico

 La ricerca e la sperimentazione, come si sa, sono sempre state di casa a Brolio. Dunque era del tutto naturale che Barone Ricasoli fosse tra e prime cantine italiane ad aderire al progetto Magis, promosso dall’Unione Italiana Vini in collaborazione con Bayer Crop Science. Il progetto ha preso avvio in seguito alla prossima entrata in vigore di un nuovo regolamento comunitario che a partire dal 2013 regolamenterà l’utilizzo degli agrofarmaci in agricoltura.

L’azienda ha così dedicato al progetto un grande vigneto di 12 ettari coltivati a Sangiovese. Di questi, 5 ettari sono gestiti secondo il protocollo di difesa ottimizzato che viene fornito direttamente dai responsabili scientifici del progetto, che vede coinvolte anche le Università di Firenze, Milano e Torino.
I restanti 7 ettari invece sono gestiti in maniera diretta secondo il normale calendario aziendale. Nel corso dell’anno sono stati effettuati vari prelievi di foglie per verificare eventuali residui di prodotti, mentre le uve provenienti dalle due differenti porzioni di vigneto sono state sottoposte a vinificazioni separate, in modo da poter procedere ad analisi comparative. Per questi primi esami effettuati si aspettano a breve i risultati, che  saranno presentati a Rimini nel corso del prossimo Agrifil, il Salone della Filiera Agroalimentare, di scena presso il padiglione fieristico della cittadina romagnola dal 19 al 22 febbraio prossimi. Contemporaneamente e in maniera del tutto indipendente, Barone Ricasoli ha anche deciso di dedicare ben 40 ettari di Sangiovese a regime biologico.

La sperimentazione andrà avanti per un triennio, ossia per il tempo necessario per poter verificare e valutare differenze analitiche e costi di gestione.  Francesco Ricasoli dunque dopo aver realizzato la mappatura di tutti i  250 ettari di vigneto ed essere arrivato quasi alla conclusione del  lungo processo di selezione clonale e di omologazione di un clone di Sangiovese autoctono dei vigneti di Brolio, ha deciso di percorrere anche la strada della sostenibilità produttiva e della tutela del consumatore.

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Mimma Pallavicini

Mimma Pallavicini, naturalista, fotografo e giornalista dal 1985, ha collaborato e collabora con le principali testate del verde italiane. Tiene una rubrica su Gardenia. Traduce e cura l’editing di libri di settore e di enciclopedie di giardinaggio a fascicoli. Ha scritto libri per Fabbri, Edagricole, De Agostini, Zanfi, Cairo, Giunti. Spia con interesse l’evoluzione dell’editoria nel web e fa pratica dei nuovi linguaggi con il blog mimmapallavicini . Vive sulle montagne biellesi.
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